Solidarietà, tempo, cuore e volontà. Questi sono i requisiti. Le condiciones sine quibus non (non lett.= condizioni necessarie)! La redazione ha avuto l’opportunità di intervistare una storica volontaria della Misericordia di Scafa. Partiamo con il loro motto <<Che Dio ve ne renda merito>>!
Buon pomeriggio Lorella, chi è un volontario?
Un volontario è colui che mette a disposizione il suo tempo libero, quello più prezioso, poiché potrebbe fare molte altre cose. Noi, ad esempio, nelle nostre attività, spaziamo su più ambiti, ma principalmente ci concentriamo su quello sanitario: offriamo il servizio di trasporto, dialisi, 118, emergenze, trasferimenti, dimissioni e tutto quello che afferisce alle ambulanze. Interveniamo sia come IPI (per aiutare i vigili del fuoco) sia come Protezione Civile.
Hai fatto accenno alle attività della Misericordia: cos’è?
La Misericordia vanta più di 1800 in tutto il mondo; nata in Toscana nel 1244, è un’entità federativa nell’ambito del volontariato. Da quell’anno, man mano si sono aperte in tutto il mondo. L’ultima Misericordia inaugurata è quella di qualche anno fa in Albania. Sono stata alla Misericordia di Betlemme. Ogni sede si adatta alle esigenze locali: ad esempio quella di Betlemme, impossibilitata dal fare il sanitario per carenza di volontari, si occupa di lavorare in un orfanotrofio per disabili.
Lei ha visitato la Misericordia di Betlemme: cosa ha notato lì in sede?
La sede è nell’area cristiana, la più povera nonché minoranza, e quindi c’è gran bisogno di personale. Lì vanno volontari italiani per uno/due settimane ogni tre mesi. Vanno ad aiutare le suore dell’orfanotrofio. Lì hanno anche un ambulatorio e alcuni medici, in particolare oculisti italiani, con i medicinali ed offrono l’assistenza medica.
Un caso che ti ha colpito durante la tua attività?
Considera che sono da 27 anni in Misericordia, dunque le esperienze fatte sono molteplici. La nostra sede è stata fondata nel dicembre del 1992 ed io sono entrata nel ‘94. Se dovessi citarne una, ti dico quella che mi ha fatto più bene, che mi ha dato maggiormente la spinta per proseguire. In un particolare trasferimento mi sono trovata ad assistere una giovane malata in fase terminale. Non essendo medico, puoi immaginare come possa essermi sentita inutile, poiché non potevo aiutarla in ambito sanitario. La signora, alla fine del trasporto, però, mi ringraziò enormemente. Io le chiesi il motivo, poiché non riuscivo a comprendere, non avevo fatto nulla. Lei, invece, ha detto una cosa molto importante: le avevo tenuto la mano. Ecco, anche un gesto così banale può far tanto. Questo siamo noi, non siamo medici, infermieri, non possiamo somministrare medicinali, ma sottolineo che noi concorriamo nel primo soccorso. Noi siam lì per non farli sentire soli, donare quella carezza o quello sguardo che tanto desiderano. Ti dico che qualche giorno fa stavamo trasportando un signore che doveva sottoporsi alle radioterapie. Entriamo e i medici dicono: “Ecco, sono arrivati gli allegri!”, poiché i nostri sorrisi e battute alzano il morale dei pazienti, che talvolta vivono nel terrore. Ti dico che la differenza con le altre associazioni è la croce del nostro simbolo. Tutto è fatto per carità cristiana, bisogna aiutare i più bisognosi.
Prima avevi fatto riferimento alle dialisi: cosa sono?
La dialisi è l’operazione che devono fare ai soggetti ai quali non funzionano più i reni e che necessitano di un ricambio di sangue. Per il ricambio per tre/quattro ore, i pazienti usano un determinato macchinario e noi li accompagniamo. Questo anche in giorni festivi e devono essere portati all’ospedale di Popoli, nel nostro caso.
Misericordia e pandemia. Che ruolo ha avuto la Misericordia?
Noi attualmente stiamo dando la nostra piena disponibilità per i vaccini e tamponi. Non abbiamo mollato neanche durante la pandemia, in particolare in questo periodo in cui c’è più bisogno. C’era paura di contagiarsi? Sì, siamo stati molto attenti, ma sentivamo il bisogno di aiutare chi lo necessita. Tutti possiamo fare qualcosa! Per giunta, ogni anno offriamo un corso di primo soccorso. Per entrare in Misericordia si fa il corso e si deve avere 14 anni, 16 per salire sul 118, ma con il permesso dei genitori. Comunque, anche per chi non ha tempo per poter divenire volontario, noi chiediamo il contributo del 5×1000, che serve per portar avanti l’associazione. Per il resto paghiamo, di tasca nostra benzina, bende, spesa per il gasolio. Sono però felice che ci siano molte persone che ci aiutano, economicamente parlando, a quanto pare la nostra presenza è riconosciuta.
Altruismo e interesse vero per gli altri. Questo traspare dalle parole di Lorella: aiutare è sempre importante! Confidiamo che la Misericordia continui a lavorare e invitiamo tutti coloro che possono a prestare il proprio piccolo, ma importante, contributo.
Federico Proterra