Abbiamo la possibilità di intervistare un mito, una leggenda, la sig.ra Amelia Earhart, aviatrice americana passata alla storia per essere stata la prima donna ad attraversare in solitaria l’oceano Atlantico nel 1932. Esempio di coraggio e spirito d’avventura al femminile.

S-Sig.ra Earthart, come è stata la sua prima volta su un aereo?

A- Avevo 23 anni ed ero con mio padre. Mi aveva portato ad un raduno aeronautico al Daugherty Airfield, a Long Beach in California. Pagammo l’ingresso un dollaro e per la prima volta salii su un biplano. Niente di particolare, un giro turistico di dieci minuti sopra Los Angeles.

S- Cosa ha provato? 

A- Non ero affatto spaventata, ero euforica, felice… Ha presente quando si ha l’impressione che il petto si gonfi a dismisura e non si smette di sorridere perché si sta per fare qualcosa che ci renderà felice come non mai? Ecco… questo. E lì ho deciso che avrei dedicato tutta me stessa al volo.

S- I suoi genitori come l’hanno presa? 

A- Non erano entusiasti, ma non mi hanno mai impedito di seguire questo sogno. Mia nonna e mia sorella mi hanno sempre incoraggiato tanto. Mi hanno sostenuto, ma ho sempre cercato di arrangiarmi da sola. Negli anni Venti, a circa 24 anni, volevo comprarmi un aereo tutto mio e mi sono data da fare.

S- Come ha fatto?

A- Ho fatto diversi lavori: segretaria, fotografa, assistente sociale, camionista… Fu proprio quest’ultimo lavoro che sollecitò l’aiuto di mia madre: una sera entrò in camera mia e mi consegnò la somma di denaro che mi serviva con in cambio la promessa che non avrei più lavorato come camionista. E così potei avere il mio primo aereo, il Canary, che io e mia sorella abbiamo dipinto di giallo.

S- Lei per molte donne e ragazze è un esempio, direi quasi un’icona, la dimostrazione che una donna in ambienti ostili e in tempi per niente facili può riuscire in qualunque progetto.

A-So di essere stata trasformata mio malgrado in un’icona del movimento femminista e spero che la cosa sia stata utile, o meglio abbia potuto ispirare altre donne a fare quello che dà loro piacere. In realtà, però, non avevo questo in mente, io ho sempre e solo voluto volare. Vede, volare non è tutto rose e fiori, ma il divertimento di per sé vale il sacrificio.

Il mio vero piacere è essere lassù, dove solo le nuvole possono stare. Quindi ci tengo a ribadire che tutte le mie azioni, le mie sfide le ho fatte per me stessa, e nel prefiggermi un obiettivo non ho mai pensato nemmeno per un momento che essere donna sarebbe stato un impedimento. Ho seguito le mie passioni senza pormi limiti, ho faticato per ottenere quello che volevo. Se poi nel farlo sono diventata anche un esempio positivo, beh… mi fa piacere.

S- La ringrazio cara Sig.ra Amelia Earhart, perché il suo modo di vivere ha ispirato tante donne nel mondo.

Sara Di Giannantonio

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