“La catastrofe è necessaria, la catastrofe è desiderabile, la catastrofe è legittima, la catastrofe è provvidenziale, il mondo non si rinnova a minor prezzo, e se non si rinnova dovrà scomparire con gli uomini che lo infettano.
Gli uomini si sono diffusi nell’universo come una lebbra, e più si moltiplicano più lo snaturano, essi credono di servire i propri dei divenendo sempre più numerosi, i bottegai e i preti approvano la loro fecondità, gli uni perché essa li arricchisce, gli altri, invece, perché li accredita. Gli scienziati possono pur darci l’allarme, la loro voce è quasi sempre soffocata, gli interessi della morale e del commercio hanno stretto un’alleanza indefettibile, il denaro e la spiritualità non tollerano che il movimento si arresti, i bottegai vogliono consumatori, i preti vogliono famiglie, la guerra li spaventa meno dello spopolamento: è nei bottegai e nei preti che l’ordine per la morte trova i suoi sostegni più solidi. L’umanità dovrà ricordarsi di questa cospirazione, e quando la sventura sarà divenuta pane quotidiano dovrà punire coloro che, per il solo fatto di esistere, la consegnano al caos.” (da Albert Caraco, “Breviario del caos”, Adelphi, ed. originale 1982, ed. italiana 1998)
Sono parole che hanno quasi quarant’anni. Parole profetiche. Ciò che lega i profeti è che le loro verità di fuoco non vuole ascoltarle nessuno: stiamo ancora ad aggrapparci di fronte a qualunque follia pur di non sporcarci di verità. Accettiamo il delirio di una vita ridotta a porzioni di terra colorate da statistiche non verificate, vivendo o non vivendo, come burattini impazziti, in base a dispacci quotidiani di governanti corrotti e capi religiosi conniventi, e ci intratteniamo meditando se quelle di un non regnante centenario siano state gaffe o errori diplomatici. Ma mi dà ancora una residua percezione di resistenza che pochi eroi, tra cui includo Caraco, abbiano scelto di tirarsi fuori da quelli che lui stesso definisce “sonnambuli”. Forse la catastrofe imperverserà nel breve tempo, ma l’epidemia umana dovrà trovare un provvidenziale vaccino per confezionare le sue più nobili virtù, proteggerle e trasmetterle ad un futuro, qualunque esso sia.
Simone Di Francesco