Vi è un elemento di continuità tra l’origine della Festa dei lavoratori e l’attuale rivoluzione digitale: il simbolo di una rivoluzione industriale che impone il rispetto dei diritti di una nuova classe di lavoratori. E se nel passato quella rivoluzione mirava ad imporre salari, protezioni e garanzie legali di una nuova classe economica e sociale, la rivoluzione digitale ambisce al ripensamento del mercato del lavoro, per adattare stipendi, protezioni e garanzie alle nuove occupazioni. 

È una sfida che nasce dall’avvento delle nuove tecnologie. Se oggi è l’intelligenza artificiale che mette in connessione fra loro i robot, significa che va ripensata l’idea di lavoro, rispondendo alle trasformazioni dell’economia. E tutto ciò ci riguarda da vicino. Non solo perché la rivoluzione digitale è un pilastro della Commissione Europea di Bruxelles, del piano di rilancio del Pil del Presidente americano Joe Biden o del Recovery Plan nazionale che l’Italia ha appena consegnato all’Ue. Sono decisioni che non potranno avere successo senza la consapevolezza da parte dei cittadini dei cambiamenti digitali in corso.

La prima innovazione deve essere quella di sentirsi titolari di diritti e doveri digitali. Il web non può più essere luogo senza regole e confini. Perché la sicurezza e le prosperità collettive dipendono dalla nostra capacità di essere protagonisti responsabili delle attività digitali. 

Ma ciò può avvenire solo se i singoli protagonisti degli scambi digitali – cioè noi – iniziano a comportarsi come titolari di diritti e doveri sul web. Deve avvenire un cambiamento dentro noi stessi per comprendere il vero valore di Internet. Ed è cruciale per l’evoluzione: dato che l’occupazione viene ridotta maggiormente attraverso le attività digitali, solo i diritti e i doveri digitali potranno aumentare la protezione di chi lavora, investe, consuma. 

Così come i lavoratori nella rivoluzione industriale si dimostrarono consapevoli dei loro diritti nelle fabbriche, oggi sta a noi, protagonisti del mondo del lavoro, dimostrarci consapevoli dei diritti e doveri digitali per aprire una nuova stagione di tutele capace di garantire le generazioni future.

Giuseppe De Socio

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