Sarò lapidario, fumoso, stringato. Leggete negli spazi e interpretate la punteggiatura. Nulla è abbandonato al caso, mai.
Quattro amici, tutti professori alla scuola del villaggio, decidono di tentare un esperimento. Si ispirano alla teoria dello psicologo Finn Skårderud, che sostiene che l’uomo, per ottenere performance migliori, ha bisogno di un livello costante di alcool nel sangue pari a 0,5 g per ogni litro di sangue. Iniziano a bere moderatamente per tutto il corso della giornata, in particolare prima delle loro lezioni a scuola. Registrano metodicamente i progressi e si attengono ad un rigoroso programma di bevute.
Nel 1995 Vinterberg e Lars von Trier fondarono il gruppo “Dogma”. I registi coinvolti si autoimpongono un decalogo di regole ferree, da non tradire mai.
La terza dice più o meno così: la macchina da presa deve essere portata a mano. Ogni movimento o immobilità ottenibile con le riprese a mano è permesso. Il film non deve svolgersi davanti alla macchina da presa; le riprese devono essere girate dove il film si svolge.
Ora, dopo venticinque anni i tempi sono cambiati, i registi del “Dogma” si sono ammorbiditi, le loro regole sono venute meno a favore di un maggiore utilizzo della tecnologia. Eppure, a volte i loro film si reggono ancora su alcuni dei principi fondatori.
“Druk” è girato con camera a mano. L’effetto mosso è quasi sempre tollerabile, non spinto all’estremo. In compenso, alcuni aspetti della fotografia sono estremamente curati. Niente della messinscena è lasciato al caso. Gli attori, di nuovo, non recitano davanti alla macchina da presa: sono semplicemente seguiti dalla macchina da presa nello svolgersi naturale delle azioni che la vicenda stessa impone. Ciononostante, le luci sulla scena sono meticolosamente studiate e provengono da fonti destinate a favorire riprese particolari.
Il montaggio prevede stacchi molto secchi, brutali. Alcune scene diremmo che sono appiccicate tra loro con il nastro adesivo.
Ciò che distingue subito il Film da un film americano, o francese, o italiano, sono le “location”, in particolare gli arredi. E’ evidente che siamo inequivocabilmente in un paese scandinavo, in Danimarca. L’aula della scuola è intonacata di bianco, inondata di luce tramite finestre molto ampie. Le sedie sono in legno, hanno forme accattivanti, ergonomiche. Il design scandinavo è protagonista. Le lampade negli interni sono ricercate, i colori studiati. Anche un orologio sulla parete si armonizza perfettamente con il resto, tono su tono.
Siate pronti, siate folli, l’alcol vi farà sballare.
Simone Di Francesco