di SARA CORONA
I limiti e i turbamenti di una generazione irregolare, incostante, che vive nella diversità e rifiuta categoricamente il conformismo. E’ ciò che viene racchiuso in “Spatriati”, libro dello scrittore pugliese Mario Desiati, pubblicato nell’aprile 2021 e vincitore del Premio Strega 2022. Il romanzo, che conta 288 pagine ed è acquistabile al prezzo di 20,00 euro, ruota attorno al forte legame tra due ragazzi, Claudia e Francesco, la cui amicizia, basata sulla caratteristica che li accomuna, ovvero l’essere diversi dagli altri, si rafforza sempre di più fino a diventare indistruttibile. Il loro primo incontro avviene nel loro comune di Martina Franca, in provincia di Taranto, scenario iniziale di questo rapporto talmente indissolubile da resistere al tempo e alla distanza. Nel corso del romanzo, i due crescono insieme, si respingono, si ritrovano ancora per poi separarsi nuovamente poiché non condividono gli stessi interessi. Claudia, infatti, non vuole rimanere rinchiusa a Martina Franca e coglie ogni opportunità per fuggire, prima a Londra, poi a Milano e in seguito a Berlino, e per rompere la quotidianità.
Francesco, invece, non ha lo stesso coraggio dell’amica e non abbandona mai definitivamente Martina Franca. Persino quando raggiunge Claudia, immersa nei suoi avventurosi viaggi all’estero, Francesco fa sempre ritorno al suo paese natale. Grazie al legame che li unisce, entrambi riescono a riconoscere e ad accettare le loro fragilità e diversità. Dal loro disprezzo per le regole deriva l’espressione dialettale che fa da titolo al libro di Desiati, ovvero spatriati. Il romanzo risulta particolarmente interessante non solo perché affronta un tema caro ad ogni generazione, ovvero accettare le proprie diversità e debolezze e trasformarle in un punto di forza, ma anche perché la storia raccontata da Desiati è molto vicina alla sua esperienza personale. Ciò che infatti emerge immediatamente dalla lettura del romanzo è l’incontenibile amore che lega l’autore alla sua terra, la Puglia. Non è casuale, perciò, la scelta di Desiati di far enormemente uso del dialetto pugliese, le cui espressioni sono estremamente ricorrenti all’interno del libro.
E’ proprio un’espressione dialettale tipica di Martina Franca, dove d’altronde è nato e cresciuto lo stesso Desiati, che fa da titolo al romanzo. Il termine “Spatriati” viene utilizzato nel dialetto pugliese per indicare persone fuori dagli schemi, diverse, che non si interessano alle regole e preferiscono l’eccezione alla normalità. Degli irregolari proprio come i protagonisti del libro, Francesco e Claudia, che, pur di trovare il loro posto nel mondo, sono disposti ad allontanarsi dal paesino che li ha visti crescere e dalla loro comfort-zone.
All’imprecisione e alla singolarità che caratterizza ogni dialetto si oppone l’estremo rigore della lingua tedesca, dominante nel romanzo. Sono molte le espressioni tedesche presenti all’interno del libro che permettono a Desiati di potersi confrontare con una realtà e una cultura differente rispetto a quella di Martina Franca.
E’ inoltre estremamente indovinata la scelta di utilizzare una lingua precisa come il tedesco, che, come ha affermato l’autore in alcune interviste, presenta per ogni situazione, stato d’animo, emozione una parola che sappia fornirne una descrizione puntuale ed esaustiva.
Tra primi amori, cuori spezzati, avventure lontane da casa il romanzo appassionante si trasforma in una storia avvincente, in particolare per i più giovani, poiché esamina i problemi, gli impulsi, le preoccupazioni di una generazione irregolare, caotica e senza radici piantate nel terreno.

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