Oggi intervisteremo Pietro Lambertini, l’attuale redattore del giornale “Il Centro”, in occasione dell’uscita del suo libro “La cassaforte di cemento”, che tratta del caso “Ciclone”, uno scandalo che interessò nel 2006 il comune di Montesilvano ed in particolare l’ex sindaco Enzo Cantagallo, accusato di reati contro la pubblica amministrazione, reati che negli anni sono via via caduti.

Buongiorno dott. Lambertini, la ringrazio di aver accettato l’intervista. Cosa l’ha spinta ad intraprendere la carriera da giornalista ed in seguito quella di scrittore?

-Ho deciso di fare il giornalista al primo liceo scientifico “Galilei” a Lanciano: durante un compito, a scuola lessi un reportage riguardante la caduta del muro di Berlino e lì ebbi l’ispirazione. Dopo la Laurea in Scienze Politiche, feci un master che mi permise di diventare giornalista. Per quanto riguarda la carriera da scrittore, non ho alcuna velleità in tal senso ma. Dato il mio lavoro, mi occupavo spesso della cronaca del territorio di Montesilvano e mi venne in mente di raccontare quei fatti con un taglio più politico e meno giudiziario. È stato quasi un gioco.

Durante la scrittura preferisce scrivere in un luogo ben preciso?

-Essendo molto impegnato a causa del mio lavoro, ho come unica soluzione quella di scrivere a casa. La vera abitudine è leggere delibere e poi scrivere nei ritagli di tempo.

Cosa si prova a terminare un libro?

-È un’emozione fantastica, vedere qualcosa che cresce partendo solo da un foglio bianco è molto gratificante. Non nascondo che all’inizio ero spaventato all’idea di trattare una mole di informazioni così ampia, ma il risultato finale mi ha soddisfatto. Quando mi capita tra le mani una copia del libro, sorrido.

Come trova l’ispirazione adatta per scrivere? 

-Dai fatti che accadono. Per il libro, è arrivata con gli articoli di cui mi occupavo quotidianamente e, avendo la fortuna di accedere a moltissime informazioni, la mia voglia di scrivere è stata alimentata.

Ha ricevuto pressioni per aver trattato in un libro un argomento delicato e sotto inchiesta giudiziaria?

No, per quanto riguarda questo libro non ho avuto nessun problema, anzi gli stessi protagonisti l’hanno definito rispettoso, a differenza del mio lavoro dove  più volte ho ricevuto denunce che fortunatamente si sono rivelate prive di fondamento.

Dopo l’esito della sentenza di Cassazione, ossia l’assoluzione dell’ex sindaco Cantagallo ed altri 6 imputati, ha intenzione di scrivere una seconda parte del libro?

-Non nego che ci sarebbe il desiderio, ma ci vorrebbe troppo tempo: la professione giornalistica occupa moltissimo tempo e non mi permette la realizzazione di una seconda parte. Montesilvano è un territorio che mi ha sempre incuriosito, specie quella di quindici anni fa, quando voleva crescere ed era un laboratorio politico.

L’ex vice sindaco di Montesilvano, Marco Savini, ha definito questo caso “Ciclone”. È d’accordo con questa affermazione oppure crede che ci sia qualcosa che ancora non quadra nella vicenda?

-A distanza di anni tutt’ora rimane, se non il sospetto, almeno un dubbio che la politica abbia lavorato non solo per gli interessi collettivi, come dovrebbe fare, bensì curando interessi di parte, anche se, contestualizzando il periodo storico, ciò venne fatto magari con l’obiettivo di migliorare e valorizzare la città di Montesilvano.

Il suo interesse verso la politica si limita solo a riportare fatti di cronaca oppure vorrebbe in un futuro entrare in questo mondo? 

No, mi vedo giornalista a tempo pieno, preferisco tenermi distante dalla politica, mi limito a raccontarla, ma senza entrarci direttamente.

Ha intenzione di scrivere altri libri in merito ad avvenimenti che riguardano il territorio abruzzese?

-Inizialmente volevo iniziare a raccontare più fatti sull’Abruzzo, ad esempio sulla grande discarica di Bussi, però in maniera indiretta l’ho fatto scrivendo svariati articoli su “Il Centro” e questo già mi soddisfa. In un mondo immaginario, mi piacerebbe scrivere romanzi spensierati, storie che capitano tutti i giorni alle persone.

Nel suo ambito lavorativo è riconosciuto come un giornalista talentuoso. In futuro è intenzionato ad abbandonare “Il Centro” per spostarsi in testate giornalistiche nazionali?

La ringrazio per il complimento. Personalmente mi limito a cercare notizie nuove, raccontandole in maniera accattivante e onesta. Con “Il Centro” sono cresciuto, gli devo tanto e credo di rimanervi per ancora altro tempo: sono entrato nel 2004 e sono passati già 17 anni…

Vittorio Aceto

Di admin