“C’è davvero poco da dire. Ci hanno distrutto. Sono quattro mesi che non possiamo lavorare, la situazione è davvero pessima”. Queste le parole di una delle tante persone che lavorano nel fitness. Anche lui, come molti altri, si è ritrovato in una situazione di precarietà, dopo la chiusura di palestre e centri sportivi, aspettando dei “ristori” statali che spesso non arrivano. Con il DPCM del 24 ottobre, in vigore dal 26 dello stesso mese, le palestre e i centri sportivi sono stati chiusi, nonostante fossero stati ri-studiati per rispettare le norme anti-covid, come prescritto dai precedenti decreti, portando quindi una grave perdita economica ai centri stessi. La situazione dei liberi professionisti di questa branca è a grandi linee la stessa: infatti, non potendo più appoggiarsi a strutture pubbliche e private, sono costretti a reinventarsi, trovando metodi alternativi per invogliare i clienti a prenotare un allenamento con loro: c’è chi fa delle sessioni in videoconferenza, chi si limita a preparare delle schede di allenamento personalizzate, chi sfrutta l’immaginazione e trova ancora altri metodi. Altri hanno aperto blog più o meno gratuiti in cui dispensano consigli e “tips” per fare allenamenti anche in casa; “Tanti arrangiano allenando all’aperto, ma pochi clienti sono disposti ad allenarsi fino a che non arrivi il caldo” riferisce uno dei personal trainer, a cui è stato chiesto come tira avanti durante questo periodo. Qualcuno era finalmente riuscito, a costo di collaborazioni e sacrifici, ad aprire una propria palestra, seppur piccola, in modo da essere indipendente da terzi, ma dopo poco meno di due settimane è stato costretto a chiudere, ritrovandosi con un mutuo da pagare e un sogno in frantumi. La speranza di tutti, proprietari di centri, preparatori atletici, personal trainers e atleti è che presto si potrà riaprire, e provare a riprendersi da questa bastonata. Per concludere e per capire la gravità della situazione attuale bastano le parole di una delle persone che lavora in questo ambito: “Questa è la situazione di precarietà che noi personal trainers stiamo vivendo, non sappiamo più come pagare l’affitto”.

Alessandro Melloni