A 700 anni dalla morte di Dante, era inevitabile che non venisse riaperto l’argomento “lingua”, essendo l’Alighieri considerato il “padre” del nostro idioma. Le celebrazioni ci hanno portato alla riscoperta di alcune statistiche molto interessanti: l’italiano è tra le top five delle lingue più studiate al mondo.
La domanda a questo punto sorge spontanea: perché è tra le più studiate al mondo, addirittura prima del francese, ma tra le meno parlate?
La nostra è una lingua dalle mille sfaccettature e molto antica, che ha subito mutamenti continui nel corso dei secoli. Come dice Andrea Riccardi in un’intervista sul corriere della Sera: “l’italiano non è una lingua imperiale che si impone, è una lingua da scegliere”.
Scoprire tutto ciò che si nasconde dietro una lingua è, infatti, uno dei modi, se non il più potente, per codificare uno dei pilastri della nostra cultura che tiene unito il nostro paese. Tanti stranieri, infatti, sono desiderosi di scoprire come nasca il legame tra italiano e made in Italy. Made in Italy: espressione che identifica e raggruppa tutto il mondo dei prodotti italiani, fino a diventare un brand invidiato in tutto il mondo. Lingua: forza esplicativa, insieme di convenzioni fonetiche, morfologiche e lessicali necessarie per la comunicazione. La lingua, dunque, spiega come e dove nasce l’esperienza che ha costituito l’eredità storica del nostro paese e, se coltivata bene, nel mondo moderno potrebbe rappresentare le basi per la futura ripresa italiana. La lingua viva rappresenta, dunque, il mezzo migliore al fine di comunicare e diffondere la propria creatività.
Greta Primavera & Samira Del Ciotto