Young Asian boy in home quarantine, sitting near a window

Dalle videolezioni allo sport in chiamata, passando per i compiti in digitale, durante la pandemia il tempo passato da noi studenti davanti ad un computer sfiora le otto ore. Si parte già dalla mattina, alle otto e un quarto, con la prima di una lunga serie di lezioni, spesso problematiche, con la classe; ore e ore di pesanti collegamenti con i professori, stando completamente isolati dai propri compagni, se non per qualche sporadico messaggio su Whatsapp. Durante tutta la mattinata, le (poche) energie di noi studenti sono equamente suddivise tra il prendere appunti sulla lezione e il resistere alla forte tentazione di pensare ad altro. Superate, con fatica, le cinque ore mattutine di collegamenti forzati, si arriva finalmente al primo pomeriggio. Un momento di relax per tutti… meno che per noi scolari, che, sulla falsariga di ciò che avviene la mattina, ci apprestiamo a passare altro tempo di fronte al pc, provando ad organizzare il tempo tra i progetti pomeridiani, le sessioni di sport e i famigerati compiti. Nell’organizzazione del tempo pomeridiano, però, c’è una cosa che viene sempre tralasciata: il riposino, o meglio il collasso post-pranzo che colpisce tutti. Una volta recuperate le forze si parte con la parte più noiosa della giornata: il lungo, ma a volte troppo breve, pomeriggio, affrontato unicamente grazie a the, caffè e tanta, tanta musica. Dopo cena si prova a recuperare la parte sociale della nostra vita da adolescenti, trovando modi fantasiosi per stare con gli amici. Ma , ancora una volta, l’interazione passa però, attraverso uno schermo. Finito il piccolo, ma intenso, momento di socializzazione, si va a dormire, sperando, invano, di recuperare le forze per affrontare il giorno successivo.

Alessandro Melloni

Di admin