BERLIN, GERMANY DECEMBER 01: SpaceX owner and Tesla CEO Elon Musk arrives on the red carpet for the Axel Springer Award 2020 on December 01, 2020 in Berlin, Germany. (Photo by Britta Pedersen-Pool/Getty Images)

Nel mentre gli umani cercano di arrangiarsi nella vita sulla Terra, c’è un alieno che comincia a scommettere su quella su Marte. Il talentuoso prodigio di Pretoria ha costruito il suo impero multifunzionale nella economicamente fertile Silicon Valley, già sede delle tre aziende più capillari e pervasive del mondo, Amazon, Apple e Google. Elon Musk, sudafricano emigrato negli Stati Uniti, è sempre stato un trafficante di emozioni, spesso non avendo i mezzi e i modi per poterle trasmettere. Si può facilmente immaginare la sua infanzia mai monotona e lineare, piuttosto colorata da strambi e rocamboleschi sogni che, sebbene ai bambini rimangano impressi proprio perché fantastici, a lui si sono sempre figurati come progetti, chiaramente inseriti nella lista della spesa per il futuro. La sera, in procinto di coricarsi, Elon non contava le banali pecorelle, ma si crogiolava nell’immaginare uomini sottoposti al teletrasporto magnetico, automobili automatizzate senza l’ausilio di un guidatore e treni volanti quasi fosse il Piccolo Principe. E invece lo sarebbe diventato, proprio del pianeta rosso.

Gli scellerati investitori di Wall Street sono follemente innamorati dell’impenitente sognatore della California, sempre pronto a venderne una in più del Diavolo. Distese chilometriche ricoperte di pannelli solari, basi aerospaziali traboccanti di shuttles, inoculazioni di microchip nelle teste delle scimmie; eppure, la sua ingordigia tecnologica sembra non voglia arrendersi. Ma in fondo ha ragione lui, “la vita è troppo breve per i rancori a lungo termine.”

Simone Di Francesco

Di admin