Un grande dibattito sta invadendo gli argomenti dei colloqui tra ragazzi e non: molti protestano per l’imminente riapertura delle scuole, altri invece sono felici di tornare ad una parziale normalità in classe. Due studenti affrontano questo tema delicato con le proprie ragioni.

“Ragazzi, domani riaprono le scuole: siete felici di rincontrare i vostri compagni e i professori?”

Giorgio: Io sono molto entusiasta di rivedere persone e amici dopo mesi, ma allo stesso tempo non sono favorevole a questa decisione.

“Come mai?”

Giorgio: La maggior parte dei professori e collaboratori scolastici è vaccinata e questo è rassicurante per gli studenti e le famiglie, ma almeno per me non è abbastanza; è ovvio che ora si può parlare di una sicurezza maggiore, però noi studenti rimaniamo esposti al rischio e questa non è una buona notizia, la paura di contrarre il virus – e quindi di trasmetterlo ai propri parenti, anche inconsapevolmente – c’è ancora. Personalmente penso che per riaprire le scuole ci sia bisogno di una situazione diversa da quella che abbiamo oggi in Italia e in Abruzzo, non con questi picchi di contagi quotidiani e con gli ospedali sull’orlo del collasso, senza avere il timore di un possibile contagio o di una nuova chiusura generale. L’Italia sta passando un brutto periodo e sono il primo a sperare di eliminare il problema anche a scuola al più presto, ma al momento credo che sia troppo presto per una riapertura praticamente forzata. Non ho paura per me, ma per la mia famiglia. Essendo giovane avrei più probabilità di mostrarmi asintomatico, non voglio assolutamente fungere da veicolo per un virus, specialmente alle persone che ho più care. Se avessi potuto decidere io, avrei aspettato ancora un po’.

Francesca: Io rispetto la sua idea, ma non la condivido: siamo quasi a metà aprile e in questi ultimi giorni si è sentita una netta differenza di temperatura. Fra non molto arriverà l’estate ed è scientificamente provato che i virus non riescono a vivere in un ambiente caldo, come abbiamo visto la scorsa estate. Come ha già detto il mio compagno, la parte adulta della popolazione scolastica è quasi completamente vaccinata e in più si stanno spendendo molti soldi per tutelare tutti gli studenti in questa situazione, tra banchi con le rotelle e i vari sistemi di igienizzazione, per non parlare poi dell’aiuto che la scuola sta cercando di dare ai trasporti pubblici con lo scaglionamento degli orari di entrata e uscita e riducendo quindi l’afflusso dei ragazzi sui mezzi. Nel settore dell’istruzione si stanno tutti impegnando molto, soprattutto nell’ambito economico e non riaprire le scuole, neanche in questi ultimi due mesi, sarebbe davvero uno spreco. Se tutti gli studenti prestassero attenzione e fossero responsabili, all’entrata e all’uscita da scuola, non vedo motivi per cui proseguire con la DAD (didattica a distanza). Quest’anno io sono una maturanda e la didattica in presenza, rispetto a quella fatta in casa, fornisce più punti di contatto fra le persone; coloro che, come me, a giugno si diplomeranno hanno un urgente bisogno di essere seguiti fisicamente dai professori per prepararsi al meglio, perché -parliamoci in modo chiaro – la DAD non può rimpiazzare uno svolgimento normale di lezioni in presenza.

Giorgio: Naturalmente, anch’io a casa sono soggetto a molte distrazioni e tendo a lavorare meno, ma qui si parla di una forzatura di cui si può fare a meno, secondo me. Non stiamo parlando di una persona adulta, che non può lavorare per via del Coronavirus e, di conseguenza, subisce perdite economiche e quindi tenta in ogni modo di lavorare. La mia opinione è che la DAD sia stata molto efficiente in questa situazione insolita e può continuare ad esserlo, se le circostanze sono ancora abbastanza gravi. Sono sacrifici che possono essere fatti, penso che tutte le difficoltà che si hanno con Internet siano meno importanti della salute degli studenti e delle loro famiglie.

“Ok, avete idee contrapposte, ma che dite a riguardo della socializzazione? Insomma, alla vostra età ritenete sia importante incontrare i vostri compagni di scuola, che probabilmente a causa delle varie restrizioni potrebbero essere gli unici vostri coetanei a frequentare concretamente?”

Francesca: Non è facile neanche sotto questo aspetto. Ma Lei ha appena affermato un motivo in più a sostegno della riapertura. Alcuni ragazzi purtroppo hanno risentito degli effetti negativi dell’isolamento, non potendo uscire di casa; addirittura una parte di loro è dovuta ricorrere a un supporto psicologico. La scuola potrebbe rappresentare un’opportunità per riallacciare rapporti con altri ragazzi e, quindi, di riacquistare un po’ di vivacità, chissà. Per molti questo è fondamentale.

Giorgio: Concordo con ciò che ha detto: è davvero brutto e spero che tutto ciò possa cessare il prima possibile. Sfortunatamente è una conseguenza da affrontare, ma purtroppo la mia idea rimane la stessa: il rientro a scuola in questo contesto per me è un azzardo.

Daniele Cavuto

Di admin