Antepongono la passione all’esigenza del guadagno; si affidano alle voci e non ai centri per l’impiego; non sono formati adeguatamente. Eppure i giovani rappresentano il futuro del paese. E dovrebbero vivere in una situazione di benessere, soprattutto se sono in Europa, o perlomeno nelle democrazie liberali dell’Occidente. Ma questo discorso vale anche per l’Italia, paese con i più alti livelli di disoccupazione giovanile tra quelli europei?
Infatti, secondo l’ISTAT, il 28% dei giovani italiani dai 16 ai 24 anni non è occupato in attività di studio ed è disoccupato. Questo dato si impenna al sud: si arriva al 50% in Sicilia, Calabria e Campani. Inoltre l’Italia risulta terzultima in Europa per tasso di occupazione giovanile.
Ma quali sono le cause di questa criticità? E soprattutto quali sono le possibili soluzioni?
In primo luogo c’è uno sbilanciamento tra i posti di lavoro messi a disposizione dalle aziende e la disponibilità dei giovani che cercano lavoro, le loro capacità e la loro volontà. Infatti la maggior parte dei giovani tende ad anteporre i propri interessi personali alla necessità di trovare un impiego stabile o che garantisca loro sicurezza economica. In poche parole, tendono a cercare un lavoro che soddisfi i propri interessi, prima ancora che le proprie necessità economiche.
La seconda causa riguarda la preparazione che possiedono coloro che cercano lavoro, in particolare la carenza di stage e tirocini che ostacola, se non impedisce, il rendimento lavorativo. Le aziende italiane che segnalano tale mancanza sono addirittura il 47%: ciò significa che all’incirca la metà dei giovani assunti hanno dimostrato di non possedere una preparazione adeguata all’ impiego per cui erano stati assunti.
Infine, la terza causa è l’inadeguatezza dei mezzi che si utilizzano per cercare lavoro, poiché il 77% dei giovani si affida alle informazioni presso amici o parenti mentre soltanto l’1% si rivolge a canali istituzionali come i centri per l’impiego. In conclusione, per risolvere il problema della disoccupazione giovanile, è necessario agire sulle sue cause: quindi investire maggiormente su stage e tirocini, rivalutare istituti tecnici e professionali o ancora offrendo migliori servizi di orientamento per gli studenti.

SAMUELE DEL GROSSO

Di admin