di SARA CORONA
Un’accesa lite tra nuora e suocera culmina con l’uccisione di quest’ultima. E’ la mattina di sabato 4 febbraio, quando la trentaduenne Laura Di Dio si reca per prendere un caffè a casa della suocera, la sessantaduenne Margherita Margani. Le due erano vicine di casa a Pietraperzia nell’Ennese. A causa di una violenta discussione, Laura Di Dio si è ritrovata ad impugnare un’arma da taglio e a ferire alla gola la suocera, uccisa da un colpo mortale. L’assassina viene ritrovata seduta a cavalcioni sul cadavere con una sigaretta tra le dita dal marito della vittima, appena rientrato a casa. Subito giungono sul posto carabinieri, ambulanze e i militari dell’Arma, che portano Laura nella loro stazione.
Durante l’interrogatorio la trentaduenne ha affermato di essersi difesa dalla suocera, la quale per prima intendeva colpirla con un coltello. Pare che tra le due vi fosse una relazione problematica: da poco avevano messo da parte le divergenze dopo anni che non si parlavano. La situazione non era però del tutto risolta. Di Dio ha infatti rivelato di non sopportare l’invadenza della suocera, troppo presente nella sua vita e in quella dei suoi figli. Francesco Arnone, marito di Laura e figlio della vittima, rivela che a casa la situazione era diventata ingestibile: la moglie soffriva di problemi di depressione e si rifiutava di farsi aiutare. Arnone, malgrado le difficoltà, la amava ancora. Fatti precedenti che coinvolgono la famiglia farebbero sorgere dei dubbi su quest’ultima affermazione. Nel 2018, infatti, dopo un litigio in casa, Christian Arnone, fratello di Francesco, aveva difeso sua cognata da maltrattamenti da parte del marito mentre era incinta e aveva sparato al fratello. Christian è stato poi arrestato per tentato omicidio. Il suo arresto ha probabilmente inasprito ulteriormente il rapporto tra Laura e Margherita. Subito dopo l’interrogatorio, Laura è stata portata al carcere di Agrigento, dove rimarrà per diverso tempo. E’ stata infatti respinta la richiesta del suo difensore, Salvatore Timpanaro, di concederle gli arresti domiciliari. La morte di Margherita Margani ha sconvolto l’intera comunità di Pietraperzia, che ricorda la vittima come una donna allegra e di buon umore, una persona tranquilla e socievole. Tutta la comunità si dimostra, ora più che mai, vicina alla famiglia.