di MARTA DI MARCOBERARDINO

Dal 24 febbraio 2022 la guerra è tornata in Europa, con l’invasione russa in Ucraina. Le tappe di dodici mesi drammatici.

Un anno fa è iniziato il conflitto in Ucraina e ha stravolto l’esistenza di milioni di persone, bambini, donne e uomini che in poche ore sono precipitati nella disperazione e nel bisogno di beni primari. Il conflitto ha generato livelli di devastazione e distruzione sconcertanti. Un terzo della popolazione è stato sradicato dalla propria casa: ad oggi 8 milioni di persone sono state costrette a lasciare l’Ucraina e sono state registrate in Europa come rifugiate, mentre sono più di 5 milioni gli sfollati interni. Oltre 17 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria e protezione, motivo per cui l’UNHCR (agenzia ONU per i rifugiati) chiede, mediante una raccolta fondi, di fornire servizi essenziali per la sopravvivenza di migliaia di famiglie sfollate e rifugiate.

Da un anno esatto, c’è una guerra in Europa. Era la notte tra il 23 e il 24 febbraio 2022 quando iniziò l’invasione russa in Ucraina. Ma vediamo cosa ha determinato il conflitto. 

Il 21 febbraio il presidente Putin annuncia il riconoscimento dell’indipendenza dall’Ucraina delle due regioni pro-russe secessioniste del Donbass, dopo un referendum considerato una farsa dalle nazioni occidentali. Tre giorni più tardi la Russia annuncia l’avvio dell’invasione con un discorso di Putin alla nazione nel quale il leader parla di necessità di “demilitarizzare e denazificare” l’Ucraina. Sul territorio in guerra viene chiuso lo spazio aereo. Le prime esplosioni colpiscono Kiev, Kharkiv, Odessa e il Donbass. Le forze russe entrano dalla regione di Kharkiv, dalla Bielorussia e dalla Crimea (già annessa nel 2014).

Zelensky introducel’introduzione della legge marziale e l’interruzione di ogni relazione diplomatica con Mosca. Truppe aviotrasportate russe conquistano intanto l’aeroporto di Hostomel, alla periferia di Kiev. Stati Uniti, Canada, parte delle nazioni europee e Corea del Sud reagiscono dichiarando l’invasione una violazione del diritto internazionale. La popolazione ucraina si riversa in rifugi improvvisati per ripararsi durante i bombardamenti. Si parla di un primo ospedale colpito nell’oblast (provincia) di Donetsk: il bilancio è di quattro civili morti e dieci feriti. Alle 18:20 le forze russe si impadroniscono della centrale nucleare di Chernobyl. In serata, Zelensky ordina la mobilitazione generale di tutti gli uomini di età compresa tra 18 e 60 anni.

Nei giorni successivi si registrano violenti combattimenti attorno a Kiev. L’esercito ucraino si è organizzato e risponde con forza agli attacchi russi. Le forze di Putin intanto avanzano nella regione di Enerhodar, puntando alla centrale nucleare di Zaporižžja, la più grande della nazione, con sei reattori in funzione.

È il 27 febbraio quando per la prima volta viene evocata a chiare lettere la minaccia di uso di armi nucleari. La Bielorussia modifica la propria Costituzione per permettere all’esercito russo di stoccare testate sul proprio territorio. Si tentano i primi colloqui di pace, l’Ucraina chiede che vengano effettuati in territorio neutrale. Il 28 la Russia annuncia la conquista della centrale nucleare di Zaporižžja. Le Nazioni Unite annunciato che sono già 368mila i profughi provenienti dall’Ucraina.

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