Immaginatevi di svegliarvi ogni giorno alle 4 del mattino per gestire tutte le attività di un caporedattore: assurdo vero? Bene, oggi vi dimostrerò che non è impossibile. Infatti, siamo a Pescara con il caporedattore centrale della Rai Silvano Barone, che si occupa del settimanale del TG3 dedicato alle capitali italiane della cultura. Ringraziamo il nostro ospite per la sua disponibilità. 

Lei è caporedattore centrale della Rai. Che percorso formativo e personale ha dovuto intraprendere per poter arrivare alla sua qualifica?

Sono entrato nel mondo del giornalismo che avevo 19 anni, quasi 40 anni fa. Ho iniziato a collaborare con radio e TV private, con gli uffici stampa e con il quotidiano “ll Messaggero”. Poi ho fatto un colloquio per collaborare con la RAI e nel 1985 ho iniziato a collaborare con l’allora caporedattore Mori. Da lì ho scalato tutti i gradini, diventando corrispondente RAI di Chieti, Redattore ordinario, capo servizio, vice caporedattore, caporedattore del TG regione Abruzzo e nel 2019 sono diventato caporedattore centrale della RAI.

Qual è stato il primo giornale in cui ha lavorato?

Il quotidiano “Il Messaggero”.

Di cosa si occupava nello specifico?

Mi occupavo di cronaca bianca, cronaca nera, sport, sindacale.

Che cosa l’ha spinta ad intraprendere la carriera giornalistica?

La passione, solo la passione. E’ stato un po’ casuale perché avevo 18 anni quando imitavo le radiocronache dei cronisti della RAI delle partite di calcio. Andai a fare un provino a Chieti alla radio L, mi presero e da lì è iniziata la mia carriera giornalistica. Iniziai con lo sport, poi scoprii la passione per la politica.

Nella sua carriera ha ricevuto dei premi?

Nel 2013 ho ricevuto il Premio Sulmona per il giornalismo. Nel 2017 poi ho ricevuto il Premio L’Aquila per il contributo dato al racconto della ricostruzione della città. E’ stato molto gratificante, anche se ci sono state varie responsabilità, molte polemiche e molte inchieste per cui ancora adesso teniamo accesi i riflettori della ricostruzione dell’Aquila. Infine ho ricevuto il Premio alla carriera a Pescara nel 2019.

Da giovane avrebbe mai pensato di avere poi così tanto successo?

No, sinceramente no; tant’è che mi laureai in lingue. Infatti, in caso non fossi riuscito a fare il giornalista, avrei fatto probabilmente l’insegnante.

Parlando del suo mestiere, quali sono i compiti che deve svolgere un caporedattore?

Nel mio caso coordino le iniziative editoriali legate alle rubriche sulle capitali europee e italiane della cultura. 

Cosa pensa del futuro del giornalismo con l’informatizzazione?

La carta stampata continuerà ad avere un ruolo nonostante il dilagare del web, questo lo dicono anche altri esperti. C’è stato un calo delle vendite, ma la carta stampata ha un ruolo differente rispetto al web e gli articoli che si fanno sulla carta stampata sono molto più controllati ed affidabili rispetto a tutte le notizie che girano nel web.

Un consiglio per gli aspiranti giornalisti del futuro?

Innanzitutto essere tenaci, sognare e non arrendersi mai se si ha voglia di fare questo lavoro. Queste sono le tecniche migliori per affrontare qualsiasi campo della giornalistica.

Giuseppe De Socio

Di admin